Il 2013 sarà un altro anno da dimenticare per la meccanizzazione agricola italiana. La ripresa, attesa da più di cinque anni dagli operatori del comparto che “muove” letteralmente il nostro settore primario, è quindi rimandata. I segnali non sono però incoraggianti: lo abbiamo analizzato negli ultimi mesi, attraverso le voci delle eccellenze della meccanizzazione agricola italiana che saranno presenti come espositori a Fieragricola 2014. E lo confermano gli ultimi dati di vendita relativi al terzo trimestre 2013, che hanno messo in luce una flessione delle vendite tra gennaio e settembre del 5,6 per cento per le trattrici, del 17,4 per cento di quelle con pianale di carico e dell’8 per cento dei rimorchi.
A meno di poco plausibili colpi di scena nell’ultima parte dell’anno, il mercato è destinato nel 2013 a toccare nuovamente il fondo, superando il minimo storico di19.300 macchine immatricolate nel 2012. Numeri che non trovano riscontri dal dopoguerra ad oggi e che stanno cambiando il volto della meccanizzazione agricola italiana. Secondo una ricerca Nomisma, elaborata a ottobre da FederUnacoma, il calo degli acquisti ha infatti spinto le aziende del comparto a fare affidamento sulle riparazioni delle macchine già operative o a puntare sul contoterzismo.
È una crisi, quella delle immatricolazioni, che viene da lontano. Secondo il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni, i motivi andrebbero ricercati nel costo elevato delle materie prime e nella mancanza di politiche industriali e di incentivazione adeguate. Ma i big della meccanizzazione agricola del nostro Paese, negli ultimi mesi, hanno puntato il dito anche contro altre carenze, dai problemi strutturali allo scarso interesse della politica, fino al costo delle materie prime e alle difficoltà diaccesso al credito.
New Holland, che nell'ultimo anno ha migliorato la propria quota di mercato (arrivando al 25 per cento), ha individuato nell'incertezza socio economica e nell'eccessiva pressione fiscale due fattori determinanti. Secondo Liliana Carraro, direttore diAntonio Carraro Spa (nella top five dei produttori nazionali) la crisi delle macchine agricole è invece scaturita dal totale abbandono della politica italiana nei confronti dell’agricoltura, mentre la meccanizzazione avrebbe urgente bisogno di incentivi per il ricambio del parco macchine obsolete circolante. Insomma, una crisi strutturale, tangibile anche dai grandi costruttori stranieri, come aveva segnalato negli ultimi mesi dell'anno a Fieragricola Post Johann Planatscher, General Manager Agco Italiana.
In attesa di una risposta positiva dal mercato e dalla politica, i produttori non sono tuttavia rimasti a guardare. C'è chi ha individuato nuove strade per supportare l'export (è il caso di Bcs Group) e chi ha messo in campo notevoli sforzi nella razionalizzazione dei processi produttivi (un esempio è il progetto Kaizen di Argo Tractors). Tutti, però, hanno continuato a investire sui fiori all'occhiello del made in Italy: l'innovazione, l'efficienza e le tecnologie al servizio degli operatori del settore. Gli stessi punti di forza che saranno protagonisti in occasione di Fieragricola 2014, dove i costruttori, in veste di espositori, potranno svelare al pubblico internazionale le loro ricette per uscire dalla crisi.
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Fonte:http://www.fieragricola.it/it/macchine_agricole_ancora_un_anno_da_dimenticare
28-12-2013